Ridere accomuna lingue e culture

Luvi, Maria Ludovica Salvatori, è una Leader di Laughter Therapy. Ha collaborato sin dal 2016 ai progetti All You Need Is Laugh di risata incondizionata al Centro Sociale Universitario dell’Università di Parma, al Polo Educativo di Comunità Patrizia Ferri, è stata parte del gruppo promotore Rise for Wellbeing e ai progetti . Si da il caso che si stia anche laureando in giornalismo e che abbia voluto scrivere alcuni pezzi sull’importanza della risata, sotto diversi punti di vista. Mi fa molto piacere condividerne alcuni sul mio blog. Questa volta l’argomento è la connessione tra la natura e quello che diviene, nel tempo, vero e proprio spirito della risata.


«Ridere non è affatto un brutto modo per iniziare un’amicizia» diceva Oscar Wilde.

Ed è vero: ridere accomuna lingue e culture, crea una connessione positiva immediata, senza bisogno di parole.

Come quando ci troviamo in un gruppo nuovo (primo giorno di lavoro, iscrizione a un nuovo corso in palestra o anche in coda alla cassa, magari) e cerchiamo subito qualcuno con cui scambiare una battuta, perché sappiamo che è un metodo infallibile: se lo faremo ridere, è fatta!

Ma è vero anche il contrario: quando siamo in un paese straniero, magari, e arranchiamo con la lingua, diventa tutto più facile appena qualcuno ci dimostra la propria disponibilità con un sorriso. Perché il sorriso è un’apertura, un segnale positivo, di distensione. E una risata può essere ancora di più: con una risata, senza neanche una parola, si può dire “non ti preoccupare, sono qui, ti capisco, non fa niente, siamo uguali” e molte altre cose.  

Con una risata ci apriamo completamente agli altri, ci scopriamo e ci lasciamo andare senza vergogna.

Non riusciamo a capirci perché non parliamo la stessa lingua? Pazienza, ridiamoci su! Stiamo per affrontare un complicato discorso di affari in inglese? Iniziamo con una bella risata! Qualcuno ha appena fatto un intervento che nessuno ha capito? Buttiamola sul ridere, ché male non può fare! Siamo in un momento concitato di una discussione di una lingua che non è la nostra e le sillabe ci si aggrovigliano tutte sulla lingua? Via con una bella risata prolungata per riprendere fiato, e poi si ricomincia!

Io e il mio ragazzo, Michael, non ci capiamo sempre: lui parla tedesco, io italiano. Quando l’argomento è ostico ci viene in aiuto l’inglese, lingua franca per eccellenza, ma a volte non basta. E allora ecco che ci si innervosisce perché l’altro non capisce, perché non ci vengono le parole – eppure abbiamo chiaro in testa cosa dire nella nostra lingua – e in un attimo un tranquillo confronto si avvicina pericolosamente ai toni del litigio.

A questo punto, rimane una sola cosa da fare: fermarsi un attimo, fare un passo indietro e ridere.

Prima di tutto per distendere una situazione che si stava facendo tesa a causa della frustrazione che deriva dall’incomprensione, e poi perché non ci sono rischi ma solo vantaggi: se rido, Michael capirà che non sono arrabbiata con lui. Se rido, riderà anche lui.

La risata è un messaggio che si trasmette senza fatica, perché è contagiosa. E quando la lingua diventa un problema, una risata può sbloccare la situazione.

Perché ridere accomuna tutte le lingue e le culture: ridere è universale.


Michael, il ragazzo di Luvi, è venuto a ridere con noi, più di una volta, quando era in Italia. Lo stesso hanno fatto persone di lingua francese, inglese. La risata ci ha accomunato in un sentire speciale; è proprio così, ridere è universale

Se vuoi portare la risata nella tua vita e in quella degli altri, puoi partecipare a un gruppo di risata o iscriverti alla formazione individuale e professionale HAPPYFULNESS.